L'ho letto, l'ho studiato, lo osservo nei percorsi delle mie clienti, mi è stato detto più volte dalla mia Coach. Il lutto di unə figliə è un percorso che, se ti concedi di vivere in tutta la sua pienezza, ti riporta a casa. La tua casa. La casa della tua essenza.
Ho appena chiuso una telefonata. Mi sento leggera, felice di aver conosciuto la storia di una nuova donna. Mi aspetta la cena con mia figlia e il mio compagno V. E' il tramonto.
Parcheggio la macchina, mi fermo ad osservare il prato davanti a me e vedo un uccello blu. Bellissimo. Mi ipnotizzo. Dopo qualche istante plana un altro uccello blu. Bellissimo anche lui. Mi ipnotizzo. Gli osservo. Mi osservano. Cinguettano e saltellano di qua e di la.
Dalle mie labbra socchiuse escono queste parole "ciao F. ciao M. non vi ho dimenticati. Siete sempre nel mio cuore. Che bello avervi visti, siete bellissimi. Vi amo". E' stato un istante. Tutto improvviso, spontaneo, pazzesco. In quei pochi attimi mi sono sentita a casa.
Ora sono qui, ascolto Dindondio di Zucchero e penso a tutto ciò che è successo dall'istante in cui ho sentito per la prima volta le parole "mi dispiace, non c'è più battito". Alla fatica immensa, il dolore, le incomprensioni con V., la tristezza silenziosa di mia figlia, i miei parti, le trasformazioni del mio corpo, l'assenza di piacere, desiderio. L'assenza di meraviglia, il vuoto.
E mentre rivivo tutto questo ho i brividi. Brividi di luce, amore, piacere, desiderio, speranza, progetti. Non dico grazie alla sofferenza, sarei ipocrita. Dico grazie ai miei figli e alle loro brevi vite. Avrei voluto creare molti più ricordi insieme, accidenti quanto avrei voluto farlo ma questo è ciò che è. Assaporo preziose memorie in brevi attimi di meraviglia.
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