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Il mio primo e travolgente parto senza battito

Aggiornamento: 15 dic 2023



Un anno fa a quest'ora.


Sono in ospedale con le contrazioni del mio utero sempre più intense, ho appena assunto il farmaco che faciliterà l' "espulsione del materiale". Nelle camere affianco sento le dolci lamenta deə neonatə. Mi trovo in una piccola stanza in fondo al corridoio, con due lettini molto piccoli e la tapparella rotta. Faccio di tutto per fare entrare più luce, non voglio partorire nella penombra, ho bisogno del cielo, delle nuvole, di vedere gli uccelli volare. Entra una ragazza con un pancione tondo tondo le fanno il tracciato. Tu tum tu tum tu tum. Che ritmo insopportabile, più insopportabile di qualsiasi suono che proveniva dalle altre stanze. Tu tum tu tum tu tum. Metto le cuffie, alzo al massimo il volume della musica ma la mia testa continua a sentire quel ritmo. Sono sola, il mio compagno non può entrare, non può entrare nessunə.

Questo è stato il momento in cui ho deciso che mi sarei bastata a me stessa, che avrei avuto il parto che desideravo. Questo è stato il momento in cui ho ringraziato di essere una doula perchè la volontà è importante ma non è sempre e solo quella che ci aiuta a fluire nelle situazioni, a volte il supporto è necessario. Tu tum tu tum tu tum. Sono in piedi con le mani appoggiate sul lettino, la musica trasporta il mio corpo. Tondeggio con il bacino, inclino la testa all'indietro, respiro. Chiudo gli occhi, vedo un cavallo bianco che corre libero in una palude. La luce nutriente del tramonto, il vento fresco che accarezza, il suono dei suoi zoccoli liberi. To trot to trot to trot. "Signora la spostiamo in un 'altra stanza". Riprendo coscienza e seguo l'infermiera. Mi chiede se voglio la flebo con l'antidolorifico, rispondo no. Ha uno sguardo compassionevole e imbarazzato, mi fa tenerezza. La stanza è enorme. C'è un letto questa volta comodo, di quelli con il rialzo automatico. C'è un bagno con bidet e due finestre enormi come la stanza. Alzo subito le tapparelle, finalmente la luce. Mi fermo davanti alla finestra. Le contrazioni sempre più forti. Questa volta gli occhi puntati al cielo. Un piccione si ferma sulla grondaia di fronte, non mi sento più sola. La musica incalza come le contrazioni. Il bacino ondeggia sempre più forte, la bocca aperta, esalo. Ad ogni esalazione sento la mia vagina aprirsi sempre di più, è quasi piacevole. Mi accovaccio. Le gambe aperte, le mani sulle ginocchia, i piedi saldi a terra. Continuo a muovere il bacino ed esalare, il dolore è penetrante. E' quello che voglio. Voglio sentire il dolore.


Improvvisamente il dolore si placa, sento del calore sulla vagina, le mutande bagnate. Vado in bagno. Tremante abbasso i pantaloni. Vedo il sangue rosso, vivo. Mi siedo sul water, sento il bisogno di evacuare. Ho paura di cosa potrebbe uscire perchè non lo so,. Mi è stato detto che uscirà del materiale tipo coaguli e di non preoccuparmi, tirare lo sciacquone e non guardare. Ho paura perchè io non tirerò lo sciacquone. Ho paura perchè non conosco ciò che mi sta succedendo e nessunə è qui a prendersi cura di me e ad informarmi su cosa potrei vedere e cosa potrebbe succedere. Decido di spostarmi sul bidet. Prendo coscienza e mi parlo ad alta voce "sei qui, non puoi tornare indietro, puoi solo andare avanti. Se esce qualcosa andrà sul bidet, sceglierai dopo cosa fare. Ce la puoi fare". Respiro e lascio andare. Guardo i video di mia figlia sul telefono. Ho bisogno di questo, ho bisogno di amore. Respiro e lascio andare. Flusso. Esce. Mi alzo. Vedo un piccolo coagulo, è uguale all'ultima immagine che ho visto di mio figlio sull'ecografo. E' lui. Lo prendo, lo metto nell'assorbente. Lo porterò a casa, lo voglio seppellire nella pianta di mia nonna. Qualche giorno più tardi espellerò dei coaguli molto più grossi ma per me mio figlio resterà per sempre lui. Rialzo i pantaloni con l'assorbente da post parto nelle mutande. Me l'ha dato l'infermiera, mi ha detto che potrei avere un flusso abbondante. Mi siedo sul letto, sono esausta. Prendo la mia borsa da doula, voglio rendere eterne le emozioni che sto vivendo. Prendo carta, colori e disegno. Vado alla finestra. Il cielo quasi del tramonto, il piccione è ancora li. Sono esausta, mi sento una Dea. Torno sul letto, apro youtube e guardo i video di Lol. Rido. Sento il flusso. E' finita. E' tutto ok. Merito riposo. Merito amore.


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